Le donne incinte che mangiano una porzione giornaliera di pesce grasso o prendono integratori possono proteggere il loro nascituro dalla pressione alta.
Studiando bambini obesi di età inferiore ai sei anni, alcuni ricercatori hanno scoperto che alcuni di loro non hanno avuto il picco tipico della pressione arteriosa sistolica e della pressione diastolica. Ulteriori ricerche hanno mostrato che la maggior parte di quei bambini aveva madri che avevano assunto DHA (acido docosaesaenoico, un acido grasso omega-3) durante la gravidanza.
I migliori risultati sono stati osservati nei bambini di donne che avevano assunto 600 milligrammi di DHA al giorno. Il DHA si trova principalmente in pesce e frutti di mare come aringhe, ostriche oppure nelle uova. I risultati sono importanti in quanto la prevalenza dell’ipertensione arteriosa durante l’infanzia è in aumento, in parte a causa degli alti tassi di obesità durante l’infanzia.
Susan Carlson, professore associato di nutrizione, all’Università del Kansas, ha spiegato: “Il consumo di acido docosaesaenoico (DHA) e acido eicosapentaenoico dall’olio di pesce è ben noto per ridurre la pressione sanguigna negli adulti e nei bambini. Tuttavia, c’è stato un recente interesse nella potenziale associazione di programmazione del DHA in utero e nella prima infanzia con funzioni fisiologiche a lungo termine, compresa la pressione sanguigna. Uno studio osservazionale dai Paesi Bassi ha collegato un’esposizione intrauterina al DHA più elevata alla pressione arteriosa infantile inferiore”.
Lo studio ha arruolato donne incinte presso il laboratorio di nutrizione e sviluppo materno e infantile dell’Università del Kansas Medical Center tra marzo 2006 e settembre 2009. A metà gravidanza è stato somministrato un placebo o un supplemento prenatale giornaliero di 600 milligrammi di DHA per 14,5 settimane medie, prima delle 20 settimane, dalla gestazione fino alla nascita.
L’obiettivo principale dello studio era misurare lo sviluppo cognitivo mentre la pressione sanguigna infantile era un risultato secondario programmato. E’ stato scoperto che l’obesità era associata alla pressione sanguigna più alta prevista nel gruppo placebo, ma non nel gruppo le cui madri erano state trattate con il DHA. L’esposizione prenatale al DHA sembra programmare il feto in via di sviluppo in modo che sia protetto dagli effetti della pressione del sangue, cioè l’obesità infantile.