Bere caffè non ti mette più a rischio cancro rispetto a vivere senza caffè, né aiuta a prevenire la malattia.
Uno studio condotto su oltre 46.000 pazienti oncologici dell’Università del Queensland ha evidenziato che i bevitori di caffè non sono più propensi di chiunque altro a contrarre il cancro. Nonostante gli sforzi di prevenzione, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) prevedono un aumento degli ammalati di cancro pari al 24% per gli uomini e del 21% per le donne rispetto ai tassi del 2010.
La lista dei fattori di rischio comprende tutti i generi, dalla genetica all’esposizione al sole, uno stile di vita sedentario e l’alcol. Pochi fattori si sono dimostrati causali, con il fumo che si è distinto come eccezione notevole, portando a circa il 40% di tutti i tumori.
Gli scienziati si sono da tempo radicati sul fatto che anche un altro dei nostri vizi preferiti, il caffè, potrebbe essere cancerogeno. Altri studi hanno esaltato i benefici antiossidanti di tre tazze al giorno.
La maggior parte delle paure sul caffè e sul cancro derivano da una sostanza chimica chiamata acrilammide. È formato come sottoprodotto di numerose reazioni chimiche e si trova in molti alimenti, specialmente quelli cotti ad alte temperature. Questi includono patatine fritte, patatine, biscotti e chicchi di caffè tostato.
Studi su animali suggeriscono che alti livelli di acrilamide possono essere cancerogeni, ma gli scienziati non sono stati in grado di stabilire lo stesso effetto con i bassi livelli presenti nel caffè.
Secondo i ricercatori australiani l’assunzione di caffè non è associata al rischio complessivo di morire di cancro”. Invece hanno trovato un “effetto nullo”, nel senso che ogni tazza di caffè sorseggiata o saltata non spostava l’ago sui rischi di cancro.