Garum, il primo museo della cucina italiana con reperti storici e prime testimonianze scritte: un’esperienza unica da non perdere per approfondire la cultura del Paese
La cucina italiana è parte integrante della cultura del Paese, conosciuta nel mondo come fonte di ispirazione e punto di riferimento dell’alta cucina. Tradizione e costume si fondono storicamente per dare vita a piatti tramandati di generazioni in generazioni, rientrando in quella che viene genericamente definita dieta mediterranea, patrimonio immateriale dell’umanità dell’UNESCO dal 2010.
Piatti tipici designano la stagionalità delle materie prime nei territori di riferimento, differenziazione che permette di gustare differenti pietanze di regione in regione, e spesso persino di città in città. Ingredienti unici sono alla base della cultura culinaria del Paese, elementi di piatti preparati in casa dalle nonne, dato storico che conia l’espressione “cucina della nonna“.
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Tutto ciò e molto di più è accuratamente approfondito nella visita all’interno del museo sulla cucina italiana in tutta la sua antica tradizione, con le prime testimonianze scritte di ricette tramandate, utensili antichi da cucina e dettagli svelati sulla storia di alcune pietanze. Scopriamo dove si trova e cosa offre al pubblico nella scoperta della storia della cucina italiana, in alcuni affascinanti e sorprendenti reperti.
Garum: il museo della cucina italiana
In Italia è possibile visitare un museo che approfondisce la storia della cucina italiana in un complesso di testimonianze storiche e affascinanti che ne raccontano l’evoluzione. La tradizione culinaria italiana, oggetto di interesse internazionale, solitamente associata alla dieta mediterranea, patrimonio immateriale dell’umanità dell’UNESCO dal 2010, è un simbolo del Paese nel mondo.
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Garum, il museo della cucina situato a Roma, si pone l’obiettivo di raccontare la storia della cucina per come la conosciamo oggi, attraverso un insieme di utensili e ricettari di rilevanza storica. Una preziosa collezione, che comprende numerosi libri antichi per un totale di 3mila volumi originali, pentole antiche, strumenti sconosciuti e in disuso che prima della rivoluzione tecnologica formavano la base strumentale dei piatti tradizionali, ma non mancano anche alcuni accessori particolari e inaspettati per rendere il viaggio nella storia ancora più immersivo.
Il primo gioco di cucina per bambini, stampi barocchi per il gelato del primo Seicento, brocche toscane ottocentesche, o la macchina pelamele degli anni ’30: ogni testimonianza e reperto vanta un fascino senza tempo che permette di toccare con mano la longevità e il valore della cucina italiana.