Quali sono gli esemplari di frutta e verdura che risultano essere maggiormente esposti a contaminazione da residui di plastica. Lo studio.
Frutta e verdura sono delle componenti indispensabili in fatto di alimentazione. In qualsiasi stagione non possono e non devono mancare sulle nostre tavole. Sono ottime sia fresche che secca, per quanto riguarda la frutta. Che in questa sua variante è costituita da mandorle, noci e nocciole, molto importanti per garantire salute.
Le sostanze nutritive contenute in frutta e verdura sono tantissime. Ma occorre fare grande attenzione a quali acquistiamo, perché ci possono anche essere degli effetti collaterali non da poco. Infatti non è raro imbattersi in esemplari che possono presentare delle contaminazioni da fitofarmaci, da pesticidi ed anche da nanoplastiche.
Purtroppo i moderni processi industriali e le dinamiche di consumo portano ad uno sfruttamento intensivo delle risorse. E ad una cattiva gestione di quelli che sono i rifiuti prodotti. A farne le spese è l’ambiente, non solo in termini di emissioni di CO2 nell’aria ma anche di dispersione sul suolo degli scarti di varia natura.
E tra i residui più pericolosi ci sono quelli in plastica, che ormai invadono da tempo la terra ed i mari. Il problema poi si pone particolarmente nel caso delle acque reflue, con le stesse che vengono trattate e poi impiegate come concimanti e fertilizzanti. Questo fa si che vengano usate nonostante il loro contenuto di microplastiche.
Nel caso di dispersione nelle acque poi si genera un circolo vizioso che coinvolge l’intera idrosfera costituita da mari e fiumi. Ricerche accurate su quelli che sono gli effetti negativi comportati dalle microplastiche riferiscono di probabili danni apportati all’apparato endocrino ed al sistema nervoso.
E le donne incinte rischierebbero in maniera ulteriore visto che ci potrebbero essere delle conseguenze sul nascituro. Ma come è facile immaginare, rischiano anche gli animali che fanno parte della nostra catena alimentare. Per esempio è molto frequente trovare nanoplastiche ed altra robaccia nel pescato.
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C’è uno studio effettuato dalla Università di Catania nel 2020 che ha mostrato quelli che sono i prodotti naturali che mostrano la tendenza maggiore a risultare contaminati da nanoplastiche. Capeggiano questa triste graduatoria mele e carote. Poi ci sono anche rape, ravanelli ed altri tuberi.
Per fare in modo che qualsiasi tipo di rischio possa essere ridotto al minimo, dovremo anzitutto lavarci le mani. E quindi sciacquare come si deve ogni frutto ed ogni verdura che abbiamo intenzione di mangiare. Basta farlo sotto acqua fredda corrente e strofinare per bene. Infine asciughiamo con un panno pulito.