Il fico d’India è il frutto della Opuntia ficus indica, pianta grassa che appartiene alla famiglia delle Cactaceae, originario dell’ America Centrale, poi diffuso nell’area mediterranea e in tutte le zone temperate. Cresce in modo spontaneo nelle zone aride (in Italia soprattutto in Sicilia e al Sud in genere) e può resistere a condizioni climatiche estreme.
Il fico d’India si rivela una pianta di enormi potenzialità per l’agricoltura e l’alimentazione dei paesi aridi. Ha un notevole valore nutrizionale essendo molto ricco di minerali, soprattutto calcio, magnesio e fosforo, e di fibre oltre che di vitamina C e B. Il suo consumo svolge una grande azione antiossidante, depurativa e controlla l’appetito, sebbene sia consigliato un uso moderato, in quanto può avere effetto astringente. Grazie al loro elevato contenuto di fibre solubili, questi frutti riescono a donare un senso di sazietà utile a chi è a dieta: le fibre assunte rallentano l’assorbimento degli zuccheri a fine pasto, facendoci sentire sazi più a lungo e limitando il consumo di merendine o spuntini nel corso della giornata.
I fiori del Fico d’India possono essere utilizzati per preparare dei decotti e sono ricchi di flavonoidi e pertanto hanno proprietà antiossidanti e depurative.
Secondo alcune ricerche, i fichi d’india sarebbero un utile alleato per contrastare il diabete mellito. Il loro consumo porterebbe ad abbassare livelli di glicemia del sangue. In più le fibre contenute nel frutto riducono l’assorbimento di zuccheri e grassi durante i pasti, favorendo non solo il dimagrimento, ma anche la salute del nostro organismo.
Grazie all’elevato contenuto di fibre presenti nei fichi d’india possono regolarizzare l’attività intestinale, rigenerando la flora batterica, eliminando scorie e tossine e riducendo il rischio di emorroidi. Un frutto che va di certo consumato nel suo periodo ideale, tra agosto e settembre, seppur con qualche piccola cautela e senza abusarne.