Se ne parla anche con ribrezzo ormai da qualche mese, ma la farina di grillo fa più bene che male. Scopriamo tutti i valori nutrizionali.
Da qualche mese a questa parte è al centro dei discorsi degli appassionati di cucina, addetti ai lavori e non solo, parliamo ovviamente della farina di grillo prodotto non ancora sdoganato ma che ormai comincia ad essere sempre più presente sul mercato italiano ed europeo.
È notoriamente considerata la farina del futuro e ormai sul mercato italiano si trovano già in vendita la pasta, da oggi anche l’hamburger e a breve avremo anche il pane a base di farina di grillo; un prodotto di cui si parla ancora con diffidenza eppure la farina ricavata da questo insetto ha importanti valori nutrizionali.
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Perché dovremmo imparare a mangiare farina di grillo
Più che contro ci sono, a quanto pare, tanti pro per il consumo della farina di grillo e a dirlo sono scienziati ed esperti nutrizionisti.
Avremo sempre meno grano e sempre più insetti ed inoltre il loro allevamento costerebbe meno e avrebbe minore impatto ambientale, questi i primi dati utili da sapere sulla farina di grillo e sul perché probabilmente nel prossimo futuro si spingerà sempre di più sul suo utilizzo.
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Sul versante valori nutrizionali, invece, anche qui i dati sono ben chiari: elevato contenuto di proteine, per fare un paragone sui intorno al 65% mentre il pollo si ferma al 30%. Si tratta poi di proteine nobili con una buona composizione di aminoacidi. C’è poi un buon contenuto di fibre, calcio, fosforo e Vitamina B12.
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Anche dal punto di vista sanitario si tratta di un prodotto totalmente sicuro, ci sono comunque soggetti che non dovrebbero consumarla. La farina di grillo contiene, infatti, chitina ovvero una proteina contenuta nel carapace dell’animale e che potrebbe provocare reazione allergiche, da semplici eritemi a shock anafilattici, ai soggetti sensibili alla sostanza (per intenderci è la stessa sostanza che provoca reazioni allergiche anche a chi consuma crostacei, ndr).