La fame nervosa, nota anche come fame emotiva, è un fenomeno che coinvolge molte persone in tutto il mondo.
La fame nervosa è un tipo di fame che non è causata da una reale necessità fisica di nutrirsi, ma piuttosto da fattori emotivi, psicologici o stressanti. Durante episodi di fame nervosa, si ha un impulso irresistibile di mangiare, spesso cibi ad alto contenuto calorico e poco nutrienti, come dolci, snack salati o cibi confortanti.
Può essere scatenata da una serie di fattori, come lo stress, l’ansia, la noia, la tristezza o anche la felicità. Molte persone tendono a ricorrere al cibo come meccanismo di fronte alle emozioni intense o come forma di gratificazione immediata. Mangiare diventa quindi un modo per alleviare temporaneamente il disagio o riempire un vuoto emotivo.
La fame nervosa può diventare un problema quando gli episodi sono ravvicinati e numerosi. Le persone che soffrono di fame nervosa spesso si sentono in colpa o si vergognano per il loro comportamento alimentare. Si arriva a mangiare in modo eccessivo, senza controllo o senza ascoltare i segnali di sazietà del proprio corpo. Questo può portare ad un aumento di peso, problemi di autostima e un rapporto distorto con il cibo.
Fame nervosa: quali alimenti possono essere d’aiuto?
Alcuni nutrizionisti ritengono che basta cambiare alimentazione per risolvere il problema. Riportiamo alcune indicazioni: iniziare la giornata con una colazione salata e poi scambiare l’ordine delle portate del pasto principale. Iniziare con la verdura, proseguire con proteine e grassi e finire con i carboidrati.
In effetti una soluzione di questo tipo può andare bene quando l’origine è glicemica. In questo caso non si parla di fame nervosa ma iper-insulinismo non diabetico e ipoglicemia riflessa. Infatti è la variazione glicemica a scatenare la fame. Se invece le cause sono di origine emotiva la soluzione è ben diversa.
Le forti emozioni legate ad eventi traumatici come un lutto, l’infedeltà, la separazione coniugale, il divorzio, il licenziamento. Possono incidere situazioni stressanti come un trasloco il cambio del lavoro o anche l’organizzazione o il rientro dalle ferie.
Secondo i terapeuti questi eventi sono identificati come stimoli esterni, le cause, invece hanno origine interna. Se ad esempio si deve affrontare un lutto che genera un’emozione triste che non occupa tutti i pensieri per tutto il giorno, per diversi giorni è un conto.
Se invece l’emozione legata al lutto ha come implicazioni il lasciarsi andare: non lavarsi, non uscire, non prendersi cura di se stessi, significa che abbiamo permesso all’emozione di prendere il sopravvento sul nostro lato razionale.
In questo caso la soluzione è individuabile nel colloquio con uno psicoterapeuta. Questo professionista, attraverso dei colloqui potenzia la capacità di resistenza agli eventi trumatici. Può esserci un altro motivo per cui potresti avere la sensazione di fame.