Dove mangiare a Viterbo- La Tuscia, frazione di terra nell’entroterra italiano tra Lazio, Umbria e Toscana. Una zona ricca di prodotti e materie prime dal punto di vista gastronomico: tra tartufi, nocciole, legumi, patate ecc.
La Tuscia viterbese è un territorio ricco e pieno di risorse enogastronomicamente parlando. Meno conosciuta rispetto a altre zone del nostro Paese ma comunque dalla grande varietà di prodotti: dai legumi (fagioli e lenticchie su tutti) alle patate, passando per le nocciole, castagne e tartufi. La cucina del territorio prende spunto dalla tradizione contadina ma oggi rivive una seconda (o anche terza) giovinezza. Merito degli chef e dei locali che sono nati in zona (qui parliamo di Viterbo) e che si sono affermati come indirizzi da non perdere per gustare le vere specialità territoriali.
Il primo suggerimento vira verso il Danilo Ciavattini Ristorante (in via delle Fabbriche), locale che anche per il 2020 ha confermato la Stella Michelin le due Forchette nella Guida Ristoranti d’Italia e che, a seguito della riapertura post lockdown, ha inserito in menu nuove proposte. Tra queste la Patata Germogliata, che per presentazione ricorda il momento in cui il tubero fuoriesce dalla terra coperto dall’erba, e che è accompagnata da varie foglie balsamiche, e l’Omaggio al Nido, un guscio d’uovo svuotato e ripieno di crema di fegatelli, spuma di patate e tartufo. Un modo dello chef Ciavattini per ricordare le sue origini contadine tra i campi del vicino monte Cimino. Come signature dish dello chef citiamo l’Acquacotta alla viterbese, nella riproposizione moderna di uno dei piatti più popolari della tradizione contadina locale. Chi non vuole invece impegnarsi in un percorso degustazione ed è alla ricerca di un pasto più veloce può passare alla Piadineria Buongusto in piazza del Plebiscito, dove le piadine vengono realizzate in tre impasti: il classico, quello con olio evo e farine integrale bio o farina integrale di khorasan bio. Tra i vari abbinamenti mozzarella, zucchine grigliate e alici oppure ciauscolo, stracchino e melanzane grigliate. A Viterbo c’è, ovviamente, anche spazio per una gustosa pizza. In Via Cavour O’Sarracino propone un’ambientazione tutta partenopea e una cucina mediterranea, fatta di materie prime sia del territorio che della terra d’origine dei proprietari. Qui c’è spazio anche per qualche piatto a base di pesce fresco mentre le pizze sono realizzate con farine selezionate a lunga lievitazione. Mozzarella di bufala e colatura di alici sono solamente due degli ingredienti con i quali vengono condite le pizze.
A fine cena poi sarebbe davvero un peccato non passeggiare per il caratteristico centro storico di Viterbo. Il quartiere San Pellegrino, in particolare, è ricco di locali che popolano le vie della città vecchia. Tra i vari ne citiamo uno: Al Settantasette del bartender Manfredi Samperi, tra i più conosciuti nel viterbese (ma non solo), pronto a preparare ai suoi clienti cocktail non convenzionali e dettati dall’ispirazione del momento. Basti pensare che tra i più richiesti c’è il “Fai te”, piccola formula recitata dal cliente con la quale si lascia carta bianca al barman per la preparazione del cocktail.
Bonus: trattoria e gelateria.
Ma per chi vuole approfondire la propria conoscenza, territoriale e gastronomica, della zona, non può mancare una visita al vicino Lago di Bolsena e a Civita di Bagnoregio. Sulle sponde del lago, con l’isola Bisentina a farvi da sfondo, potete concedervi un gelato pomeridiano da “Lolla Gelato”, tra i migliori produttori del territorio entrato ormai stabilmente nella Guida Gelati d’Italia e detentore di due Coni. Una bottega artigianale sempre alla ricerca di nuovi fornitori di eccellenze del territorio e che, di anno in anno, conferma la scelta di non utilizzare semilavorati, conservanti, coloranti o altro che possa snaturare il prodotto finale. Sulle sponde del lago consigliamo anche di cercare qualche ristorante specializzato nella cucina del coregone, pesce che “popola” le acque del bacino lacustre. A Bagnoregio, dopo una visita alla famosa Civita, fermatevi da Il Bocconcino, tra le trattorie più caratteristiche della zona: sapori del territorio con una contaminazione sarda data dalla chef Gloria Carrias, nativa dell’isola ma figlia adottiva della Valle dei calanchi. Una trattoria moderna la sua, dove Gloria si fa autrice di una cucina che lega la tradizione sarda con i prodotti della zona. Un mix audace, che propone al cliente, tra le altre cose, seadas, i colurgianis e maltagliati integrali di segale. Tutte le paste, inoltre, sono fatte in casa. Vini locali.