Franco Travaglini e Giuseppe Capano (Sperling & Kupfer Editori) hanno scritto a quattro mani “Perché essere quasi vegetariani” dove viene proposta la dieta quasi vegetariana. Perché scegliere di essere, o diventare, quasi vegetariani? Il timore di subire contaminazioni chimiche o biologiche dalle carni è solo una delle tante ragioni. Altre cause sono da ricercare nel benessere dell’uomo e nella tutela degli animali e dell’ambiente.
Il vegetarismo esclude il consumo di carni e pesce, mentre è previsto il consumo di prodotti derivati animali come ad esempio latte, latticini, uova, miele. Nel vegetalismo, invece, sono esclusi tutti gli alimenti non strettamente vegetali, con inevitabili carenze di alcuni nutrienti essenziali. Dietro queste scelte alimentari e di vita si celano motivazioni dietetico-salutistiche o morali. Per esempio i vegetariani di radice dietetico-salutistica ammettono il consumo di pesce, quelli di radice morale no.
Travaglini e Capano propendono per il modello “quasi vegetariano” con un utilizzo ridotto di latte, latticini e uova, senza escludere lo sfruttamento degli animali a questo fine, pur mantenendo aperta la ricerca per la sua possibile cessazione. Una dieta può essere definita sostenibile, secondo Travaglini, se è formata da un mix di cibi che garantiscono la prevenzione delle malattie e il ruolo di conservazione della salute; se gli alimenti vengono ottenuti con tecniche produttive in grado di conservare le basi naturali delle produzioni agricole; se tiene conto delle caratteristiche di gusto e ambientali, ma considerando anche il “benessere animale”.
L’alimentazione rappresenta il primo fattore di prevenzione dei tumori, la malattia del secolo che sta mietendo vittime in quasi tutto il mondo, soprattutto nei paesi industrializzati. In tal senso la dieta quasi vegetariana prevede almeno cinque porzioni al giorno di frutta e verdura. Ciò consente di regolare gli alimenti che compongono normalmente la dieta (pane, pasta, carne, uova, latticini, grassi zuccheri) e il cui eccessivo consumo provoca squilibri.
Un menù quotidiano ideale, quindi, prevede una porzione di frutta al mattino, un’altra a metà mattino, un’insalata di verdure crude a pranzo che sarà concluso da un altro frutto, uno spuntino pomeridiano a base di frutta e una porzione di verdure e frutta a cena. In tal senso si consiglia di consumare sempre e solo frutta biologica e certificata onde evitare di ingerire pesticidi e altri elementi nocivi.