Secondo un importantissimo studio, l’estratto della radice di una particolare pianta sarebbe efficace nel trattare il diabete.
Tra le malattie più preoccupanti e spaventose c’è sicuramente il diabete. Questa patologia cronica è caratterizzata da un eccesso di zuccheri nel sangue. Ci sono due forme principali: il diabete di tipo 1 e il diabete di tipo 2.
La condizione di iperglicemia può essere causata da una non sufficiente produzione di insulina (in pratica l’ormone che regola il glucosio nel sangue) e da una inadeguata azione.
Nel caso di diabete 1 c’è l’assenza totale di secrezione dell’insulina mentre quello di tipo 2 è determinato da una scarsa sensibilità del corpo all’insulina.
Il diabete non va sottovalutato perché da questa malattia possono derivare danni neurologici (neuropatia), renali, oculari e cardio-vascolari.
Per trattare questa patologia vengono impiegati o ipoglicemizzanti che vengono assunti per via orale oppure si ricorre all’insulina. Nel frattempo, però, è arrivato uno studio scioccante: a quanto pare esiste un estratto di una radice che potrebbe controllare la glicemia.
Secondo un interessante studio, l’estratto della radice di Rhodiola rosea può essere usato per trattare il diabete e rappresenterebbe un’opzione non farmaceutica.
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In questo particolare studio, i ricercatori hanno valutato l’impatto della Rhodiola rosea sugli animali usando un modello paragonabile tranquillamente al diabete di tipo 2 dell’uomo.
L’estratto in questione agirebbe come un farmaco dal momento che abbassa i livelli di zuccheri nel sangue.
Lo studio non è ovviamente completo: servirebbero comunque degli studi sull’uomo. Come se non bastasse, però, questa radice ha anche donato una maggiore integrità della barriera intestinale.
In molti casi, il diabete è asintomatico: per diagnosticarlo serve fare le analisi del sangue: in caso di patologia, i valori a digiuno dovrebbero essere maggio di 126 mg/dl a digiuno per due giorni consecutivi.