Tra la fauna presente in mare annoveriamo anche i datteri di mare: questi molluschi sembrano delle cozze ma in realtà sono altro. Andiamo a scoprire insieme di cosa si tratta.
L’estate ormai ha fatto irruzione nelle nostre vite portando con sé relax ed alte temperature. Con essa si moltiplicano i giorni passati in spiaggia all’insegna del divertimento.
Quando però entriamo a contatto con la fauna marina bisognerebbe conoscere le varie specie per comprendere il loro funzionamento nell’ecosistema.
Un errore molto comune è infatti quello di scambiare le cozze con i datteri di mare: se trovate questi molluschi non prendeteli per nessun motivo!
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I datteri di mare sono molluschi che, a differenza delle cozze, presentano una forma molto più allungata e sono tendenti al marroncino e non al nero.
Vivono avvinghiate agli scogli e la loro esistenza può durare fino ai 35 anni: è un numero elevatissimo per animali di tali dimensioni.
Il loro menù quotidiano è fatto di plancton, detriti biologici ed alghe. Possiedono poi una lunga lingua che usano per aggrapparsi agli scogli.
La loro raccolta o pesca è severamente vietata sia dalla legge italiana che da quella internazionale tramite le convenzioni di Berna e di Barcellona del 1982.
Il divieto deriva dall’estrazione di questi molluschi: infatti per prelevarli è necessario staccare un pezzo di scoglio, perdendo così parte dell’habitat naturale della fauna e provocando danni irreparabili all’ecosistema marino.
Quest’ultimo è già bistrattato da tempo immemore dagli uomini che tramite inquinamento luminoso ed atmosferico e pesca intensiva, sta risentendo fortemente della situazione.
Se dunque vogliamo iniziare a vivere in un posto migliore e vogliamo lasciare in eredità ai nostri figli un pianeta abitabile, dobbiamo iniziare a fare qualche piccolo gesto in più per salvare un globo sull’orlo del declino.