Cucine da Incubo, il celebre format condotto da Antonino Cannavacciuolo ha regalato un’ultima imperdibile puntata: la più scandalosa e inimmaginabile del programma
Con 7 stelle Michelin e una carriera professionale costellata di successi nell’ambito della ristorazione e sul piccolo schermo, Antonino Cannavacciuolo è uno dei nomi più prestigiosi del panorama italiano. Chef patron di Villa Crespi, la terza stella Michelin del ristorante è stata acquisita nel 2022, occasione di festa per lo chef e la sua famiglia, ma anche per le numerose persone che quotidianamente lo seguono in tv.
Dal 2013 alla guida di “Cucine da Incubo” è il volto principale, il conduttore, l’esperto e a volte anche il confessore di una delle trasmissione più seguite della televisione, complice il format vincente che unisce ilarità e ristorazione in una formula perfetta. Non mancano le risate grazie alla simpatia dello chef, “autorevole” ma nel contempo sentimentale, tanto da riuscire a spronare i partecipanti a offrire una proposta migliore.
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Il programma prevede infatti di aiutare attività in difficoltà a ritrovare una formula vincente, missione audace e quasi impossibile nell’ultima puntata della nuova stagione, realizzata a “Il Porticciolo” di Porto Cesareo. L’impresa dello chef è alquanto ardua, come dimostra una delle puntate più scandalose della storia del programma.
Il format di “Cucine da Incubo” è vincente e potenzialmente duraturo, grazie all’obiettivo del programma, che è quello di risollevare attività in forte crisi per svariati motivi per ritrovare motivazione e prestigio. Problematiche relazionali nel team, scarsa qualità dei prodotti, assenza di impegno, rassegnazione, problemi organizzativi e poca attenzione al cliente sono solo alcune delle possibili motivazioni di una grave caduta per un ristorante.
L’ultima puntata della nuova stagione girata a Porto Cesareo nel ristorante “Il Porticciolo” riesce a riassumere nella stessa attività tutte le problematiche precedentemente stilate, per l’impresa più ardua a cui sia stato sottoposto lo chef nella storia del programma. Il pesce surgelato, la totale mancanza di regole in cucina, la scarsa selezione delle materie prime e tensione tra cuoca e ristoratrice hanno creato un clima davvero spiacevole, oltre che un risultato del tutto inqualificabile.
Dalle olive “Tagas” invece che taggiasche, scelta discutibile in una regione ricca di olive di ulivi come la Puglia, al “Sode” di cozze, nuova versione terminologica di “Sauté”, i momenti esilaranti sono molteplici. Un appuntamento davvero imperdibile, soprattutto per ammirare il passaggio dalla situazione quasi scandalosa prima dell’aiuto dello chef, è il magnifico risultato dato proprio dal suo prezioso contributo.