Massimo Bottura e altri grandi chef attivi nel proporre la cucina italiana come Patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO.
Il magazine enogastronomico “La Cucina Italiana“, diffusissimo anche all’estero e in particolar modo negli Stati Uniti, ha lanciato un progetto mirato a promuovere il valore universalmente apprezzato della cultura gastronomica italiana. Con il numero di luglio (già uscito), la rivista avvia una serie di sei uscite da collezione che costituiranno “fisicamente” la candidatura della “cucina italiana” come patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Ogni numero, da qui fino alla fine dell’anno, sarà diretto da uno dei grandi chef italiani riconosciuti a livello internazionale che si faranno così ambasciatori della cucina italiana in tutto il mondo. Nelle varie uscite i professionisti coinvolti parleranno della loro visione della cultura del cibo, dell’area locale in cui operano e della catena di forniture delle loro materie prime. La grande qualità degli ingredienti, infatti, è alla base di ogni grande cucina, soprattutto quella italiana. All’interno delle varie uscite saranno pubblicate anche alcune ricette destinate a chiunque voglia dilettarsi tra i fornelli casalinghi e storie che illustrano come la cucina nostrana sia cruciale per scolpire, e scoprire, l’identità nazionale e con essa la storia del Paese. Perché gastronomia e cultura, da sempre, hanno viaggiato a braccetto.
Cucina italiana candidata Unesco: la “spinta” di Bottura
Lo chef di fama mondiale Massimo Bottura (Osteria Francescana- Modena, tre stelle Michelin) è lo speciale direttore, nonché protagonista della cover, della prima delle sei uscite de La Cucina Italiana. Lo chef della Francescana (locale eletto nel 2018 al primo posto dei migliori ristoranti mondiali) racconta la sua storia, svela ciò che mangia la sua brigata e svela qualche retroscena del ristorante modenese. “Da nord a sud, la nostra penisola è ricca di cultura, storia e innovazione. È importante unire le forze “, ammette lo chef Massimo Bottura. “Vorrei che la gente smettesse di dire Modena o Bologna, e invece dicesse Modena e Bologna. Insieme, possiamo ottenere qualsiasi cosa. Sogno di far riconoscere la cucina italiana come patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO. ”
Negli anni passati già la Dieta Mediterranea è entrata a far parte del patrimonio culturale dell’Unesco, mentre nei mesi scorsi il “caffè italiano” (cioè il tipico espresso) ha avanzato la propria candidatura per ottenere l’ambìto riconoscimento.