La crisi del grano sta favorendo la distanza tra povertà e ricchezza delle multinazionali: se infatti da un lato molte persone vivono in una condizione di insicurezza alimentare, dall’altra i 4 più grandi colossi del grano vedono aumentare ingentemente il loro capitale finanziario.
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Guerra in Ucraina e siccità sono due fattori che stanno contribuendo ingentemente alla crisi di grano che sta assalendo 60 Stati diversi.
Se da una parte però i consumatori sono preoccupati da una profonda insicurezza alimentare, le 4 multinazionali più potenti al mondo nel campo dei cereali si stanno arricchendo parecchio.
Stiamo parlando dell’ Archer-Daniels-Midland Company, la Bunge, la Cargill e la Louis Dreyfus, le 4 sorelle più conosciute con l’acronimo di ABCD.
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Crisi del grano: povertà da una parte e ricchezza delle multinazionali dall’altra
Un’ultima ricerca portata avanti dal Guardian ha infatti evidenziato i numeri di queste quattro società: l’azienda francese Louis Dreyfus ha registrato un +80% per quanto riguarda i profitti nell’anno 2021.
La Cargill, con sede nel Minnesota, invece ha riportato un incremento del 23% stabilendo la sua cifra record che si attesta sui 165 miliardi di ricavi in un anno.
Periodo d’oro anche per la statunitense Archer-Daniels-Midland, che ha registrato i profitti più alti di sempre nel secondo trimestre del 2022.
Infine per quanto riguarda la Bunge, anch’essa con sede in America, i ricavi sono incrementati del 17% nel secondo trimestre dell’anno corrente.
L’altra faccia della medaglia
Al contrario, come riportano i dati provenienti dal Programma Alimentare Mondiale diffuso dalle Nazioni Unite, sono ben 345 i milioni di persone che vivono nell’insicurezza alimentare.
Con l’aumento dei prezzi del grano questo numero è in forte risalita. Su tale situazione è intervenuto anche Olivier De Schutter, co-presidente di IPES-Food (gruppo internazionale di esperti sui sistemi alimentari sostenibili) e relatore speciale delle Nazioni Unite su povertà estrema e diritti umani .
Il soggetto in questione ha esplicitamente affermato che le aziende citate precedentemente avrebbero potuto fare sicuramente di più per evitare questo gap tra ricchi e poveri.
Un’idea giunta da questa direzione per appianare la distanza consisterebbe nell’introduzione di una tassa sui profitti inattesi per ristabilire l’equilibrio nell’ordine mondiale finanziario del grano.
In un mondo dove le disparità vanno sempre più accentuandosi sarebbe il momento giusto per intervenire e garantire la sicurezza di almeno due pasti al giorno per tutta l’umanità. Utopia? Si spera nel contrario.