Carlo Cracco perde 5 milioni di euro, una cifra altissima ed il motivo è sconvolgente. Ecco tutta la verità sul perché lo chef è in difficoltà.
Carlo Cracco, celebre chef italiano di origini venete, sta vivendo un periodo difficile dal punto di vista finanziario. Infatti, da quando ha spostato la sua attività dalla storica via Hugo alla Galleria Vittorio Emanuele di Milano, il bilancio economico del ristorante è diventato uno scenario ai limiti della sopravvivenza.
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Nonostante, abbia partecipato a molti programmi televisivi che hanno lanciato la sua fama e portato in auge ancor di più il suo grande talento e estro dell’arte culinaria, i momenti di difficoltà, purtroppo, possono arrivare per tutti. Dopo un ristorante a Milano e il nuovo locale di Portofino, ecco quanto è emerso.
Secondo quanto emerso recentemente, il ristorante avrebbe registrato una perdita di circa mezzo milione di euro all’anno negli ultimi cinque anni, per un totale di 4,5 milioni di euro. Inoltre, la società controllata dallo chef, la Felix srl, avrebbe debiti complessivi pari a 7,3 milioni di euro, tra cui 3,1 milioni verso fornitori e 3,8 milioni verso banche.
Nonostante un aumento del fatturato da 3,3 a 4,3 milioni di euro, i costi di produzione sarebbero saliti da 4 a 4,8 milioni di euro, vanificando quindi ogni possibile successo commerciale. Il patrimonio netto del ristorante sarebbe di soli 246mila euro, una cifra davvero striminzita per un’attività conosciuta in tutto il mondo.
Situazioni come queste sono spesso il risultato di una serie di fattori, che in questo caso sembrano essere stati la decisione di spostare la location e il conseguente aumento dei costi fissi, l’offerta di piatti molto raffinati ad un prezzo medio elevato e, probabilmente, un business model non perfettamente calibrato.
Nonostante tutto, Carlo Cracco non sembra intenzionato ad arrendersi e sta cercando di trovare una soluzione per rilanciare il proprio ristorante, magari attraverso una ristrutturazione della società e un ribilanciamento dei costi. In ogni caso, non c’è dubbio che questo episodio dimostri come nel mondo della gastronomia, come in ogni altro settore, non esistano garanzie di successo e che anche i grandi nomi possono incappare in difficoltà impreviste.