Caldo asfissiante e rischio disidratazione: cosa succede al nostro cervello se non beviamo abbastanza acqua in estate
Cosa succede al nostro cervello se non beviamo quando c’è caldo eccessivo? Sappiamo bene che c’è sempre bisogno di acqua da bere durante le giornate più calde dell’estate. Bisogna assolutamente evitare la disidratazione quando fa molto caldo in quanto tutti gli organi del nostro corpo ne risentono. E, anzi, il primo organo a ‘soffrire’ della disidratazione è proprio il cervello: basta che manchi appena il 2-3% della classica quantità di acqua per far sì che il nostro cervello cominci a dare qualche piccolissimo segno di squilibrio. Ma proviamo a concentrarci sull’argomento, scoprendone di più insieme a voi, per rendere l’idea di quanto sia importante essere sempre adeguatamente idratati in estate.
In estate si verifica la più grossa percentuale degli infarti: a pagare le conseguenze del forte caldo sono soprattutto le persone anziane. Ma tutti siamo sottoposti ad un inquietante rischio se non stiamo attenti a seguire alcune regole basilari in estate. Bisogna idratarsi: far sì che il nostro corpo non sia mai a corto di acqua, per scongiurare qualsiasi avvenimento ‘non gradito’. Spossatezza, mancanza di concentrazione, stanchezza: sono solo una piccola parte dei sintomi che possiamo accusare quando il caldo è veramente troppo. Tutti gli organi del nostro corpo sono esposti a serio rischio quando siamo disidratati, anche il cervello: sapete in realtà cosa succede?
Un gruppo di scienziati del Georgia Institute of Technology, attraverso una risonanza magnetica, ha osservato che in condizioni di disidratazione il nostro cervello ha grosse difficoltà a memorizzare ed a concentrarsi. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Physiological Reports: gli scienziati hanno analizzato le funzioni cognitive di 13 soggetti che dovevano, in condizioni di disidratazione e stanchezza, premere il pulsante di una tastiera del computer ogni volta che sullo schermo appariva un quadratino giallo. Nei soggetti che non erano perfettamente idratati, l’attività neurale si intensificava e addirittura si espandeva a delle aree del cervello non coinvolte nell’esercizio da effettuare. Insomma, un chiaro e forte campanello d’allarme.