Coronavirus, perché quando c’è stato l’assalto ai supermercati nessuno ha preso le penne lisce? Ve lo siete chiesto? Insomma, perché questa scelta?
Il Coronavirus ha diffuso il terrore nel nostro paese. Sì, proprio così. Non possiamo nasconderci dietro il dito: tutti hanno avuto paura e in tanti ancora ne hanno. Ristoranti e bar chiusi a Milano: la città si è fermata, come l’economia. Abbiamo assistito a scenari incredibili come l’assalto ai supermercati. Sembrava di essere appena entrati in guerra. E invece no. Quella che abbiamo visto è anche una specie di repulsione nei confronti della pasta liscia, in particolar modo per le penne. Ecco, le penne lisce sono rimaste da sole sugli scaffali mentre tutti gli altri pacchi di pasta andavano via come il pane. Perché?
Se veramente ci fosse stata tutta quest’esigenza di pasta, tanto da dover assalire i supermercati nei giorni in cui è scoppiata la notizia del Coronavirus, perché le penne lisce sarebbero rimaste invendute? Se si provvede a fare scorte di cibo da avere in dispensa, che senso ha fare una selezione degli alimenti? La pasta è pasta. Le penne lisce sono come quelle rigate, come i tortiglioni, come gli spaghetti: una pasta vale l’altra, se ce n’è davvero bisogno. E invece non è andata esattamente così. Nei supermercati presi d’assalto nei giorni scorsi, quelle sono rimaste lì sugli scaffali. Perché questa scelta?
Forse, non tutti lo sanno, ma la vera penna è liscia. Altro che rigata. Quella rigata è arrivata dopo. Non solo: diversi blog, negli ultimi giorni, si sono schierati a difesa della pasta liscia definendola di un livello superiore. Siamo sicuri, dunque, di essere un popolo che s’intende di pasta? Ne mangiamo in quantità industriali (a testimoniarlo i numeri) eppure lasciamo incustodita sugli scaffali la penna liscia. Una scelta che ha fatto storcere il naso nell’ambiente culinario. E voi? Cosa ne pensate? Avreste preso le penne lisce o le avreste lasciate lì, come hanno fatto gli altri?