L’elenco delle 8 tipologie di pesci di cui bisognerebbe evitare il consumo per non assumere troppo mercurio e qualche consiglio su come contrastare gli effetti.
Il mercurio è un componente che si trova in natura, è generalmente rilasciato da rocce, vulcani, ma anche incendi boschivi e soprattutto a causa delle attività umane.
È presente in differenti forme e l’esposizione a questi ha diversi effetti sulla salute. Secondo l’OMS, il mercurio è una delle 10 sostanze più pericolose per l’uomo, infatti a seconda di come ne avviene l’esposizione (quindi inalazione, ingerimento o contatto cutaneo) possono esserci diversi effetti collaterali. Dal vomito alle coliche intestinali, fino ai casi più gravi con paralisi e problemi neurologici.
In generale, l’esposizione al mercurio avviene attraverso l’ingerimento di alcuni alimenti, in particolare nei pesci. Vediamo, quindi, quali sono e come è possibile contrastarne l’assorbimento.
Il pesce è generalmente considerato un alimento salutare, eppure è solo attraverso questo che assumiamo il mercurio sotto forma di metilmercurio. Di fatto il metallo è presente in tutti gli alimenti, sia animali che vegetali ma in quantità minime e soprattutto non nella forma che si trova nel pesce che è quella pericolosa per la salute.
In linea generale possiamo dire che i pesci che contengono maggiori quantità di mercurio sono quelli di taglia grande. Parliamo dei grandi predatori (pesce spada, tonno, squali) di fatto questi essendo al vertice della catena alimentare marina e cibandosi di altri pesci assumono maggiori quantità di metallo.
Di converso i pesci più sicuri sono quelli di piccola taglia.
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Da evitare, quindi, sono: lo sgombro spagnolo e quello reale che contengono rispettivamente 0,454 parti per milione (d’ora in poi ppm, ndr) di mercurio e 0,689 ppm. Segue poi il marlin siamo sui 0,458 ppm di mercurio, c’è poi il pesce specchio dove sono stati rilevati 0,571 ppm di mercurio.
Più conosciuto e consumato nella nostra alimentazione, il tonno qui siamo sui 0,689 ppm di mercurio. Non è previsto nella dieta mediterranea ma è comunque consumato, lo squalo che da re dei predatori ha 0,689 ppm di mercurio.
Seguono poi pesce spada con 0,995 ppm di mercurio e il malacanthide pesce rinomato del Pacifico che contiene tra le più alte quantità di metallo, ben 1,45 ppm.
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Come si può contrastare, quindi, l’assunzione di mercurio? Prima di tutto privilegiando quei pesci che sono considerati meno pericolosi e magari ricchi di omega3, come salmone, aringhe e in generale il pesce azzurro.
Infine, ricordiamo che la quantità di metallo rilevata è anche determinata dalla contaminazione delle acque in cui il pesce è pescato, per cui è sempre bene per ridurre non consumare abitualmente quegli alimenti.