Le multinazionali alimentari fanno dietrofront sull’etichetta a semaforo. Coca Cola, Nestlè, Mondelez, Unilever e PepsiCo rinunciano al progetto di dotarsi di una propria etichetta nutrizionale, avviato nel marzo del 2017. Il sistema si basava sul modello del semaforo adottato in Gran Bretagna adoperando i tre colori, rosso, giallo e verde per segnalare la presenza di grassi, zuccheri e sale per le singole porzioni di cibo.
“La retromarcia delle multinazionale – sottolinea la Coldiretti – rappresenta un segnale importante rispetto al nuovo tentativo di presentare all’Onu una risoluzione, basata su semafori e tasse per esortare gli Stati ad “adottare politiche fiscali e regolatorie che dissuadano dal consumo di cibi insalubri… Si punta a colpire gli alimenti che contengono zuccheri, grassi e sale chiedendo di predisporre apposite etichette nutrizionali e di riformulare le ricette, sulla base di un modello di alimentazione artificiale e basato sulla chimica che mette di fatto in pericolo – denuncia la Coldiretti – il futuro dei prodotti Made in Italy dalle tradizioni plurisecolari trasmesse da generazioni di agricoltori che si sono impegnati per mantenere le caratteristiche inalterate nel tempo.
Il rischio dell’etichetta a semaforo era di promuovere cibi spazzatura con edulcoloranti al posto dello zucchero e bollare come poco salutari prodotti come il Parmigiano, il prosciutto di Parma e l’olio extravergine di oliva. “Un corretto regime alimentare si fonda infatti sull’equilibrio nutrizionale tra i diversi cibi consumati e non va ricercato sullo specifico prodotto. Non esistono cibi sani o insalubri, ma solo diete più o meno sane” afferma Prandini nel sottolineare che si tratta di “un pericolo rilevante per il Made in Italy agroalimentare.”