Nel nuovo ristorante di Claudio Amendola si mangiano solo cose genuine e “romanacce”. Ne è un esempio la sua pazzesca Amatriciana de coccio, ecco la ricetta.
Claudio Amendola e il ristorante nuovo, questa bella avventura è partita il 25 novembre 2022 con il locale “Frezza”, che sorge nell’omonima strada della Capitale, in cui è possibile gustare di tutto e di più di quella che è la variegata ed insuperabile tradizione gastronomica romana.
E nel suo ristorante Claudio Amendola può avvalersi dell’aiuto di chef Davide Cianetti, ideatore del menu della casa. In che cosa consiste la “Amatriciana de coccio”? C’è un simpatico doppio senso dietro alla scelta di questo nome.
Anzitutto perché sia questa che altre pietanze vengono servite nel “coccio”, i contenitori di terracotta ideali per mangiare di tutto. Ed anche perché c’è un rimando all’essere “de coccio”, testardo. Che nel vernacolo romanesco sta ad indicare anche l’essere spontaneo, genuino, vero. Il ristorante di Claudio Amendola fa sua questa filosofia.
Al “Frezza”, che si trova nel centro storico di Roma, come detto il piatto forte è proprio la Amatriciana de Coccio. Come si prepara? Vediamo quali ingredienti ci servono ed in che modo preparare questo piatto fantastico. Il consiglio di Claudio Amendola è di utilizzare della pasta secca, e di unire al tutto un bel vino rosso.
INGREDIENTI dose per 4 persone
Cominciamo dal guanciale: prendiamolo per tagliarlo a pezzetti e farlo subito rosolare all’interno di una padella antiaderente, con un filo di olio extravergine d’oliva. Procediamo a fiamma bassa, sfumando con un po’ di vino bianco verso la fine.
Aggiungiamo quindi il pomodoro e facciamo saltare. Nel frattempo passiamo alla cottura della pasta, che dovremo poi scolare al dente. Quando sarà cotta al punto richiesto, uniamola al sugo e giriamo per bene.
PER NON PERDERTI NESSUN AGGIORNAMENTO SEGUICI SUL NOSTRO INSTAGRAM
Spegniamo la fiamma e diamo una bella spolverata con il pecorino grattugiato, mescolando ancora. Quindi adagiamo il guanciale su ciascun piatto e serviamo pure a tavola, non prima di avere dato un’altra passata di pecorino abbondante.