Chef Trobbiani, famoso per la combinazione di innovazione, creatività e tradizione, si sfoga su Instagram esasperato: “Male che va c’è sempre lei”
La sua giovane età e il curriculum esemplare certificano l’incredibile talento e le competenze di Federico Trobbiani, chef del celebre ristorante milanese Locatelli. Il suo profilo Instagram è costellato di immagini sensazionali dei numerosi piatti altamente scenografici che realizza e condivide con un pubblico di appassionati, proposti all’interno della sua cucina.
Opere d’arte culinarie che lo chef realizza nella combinazione di alcuni degli ingredienti principali della sua visione di cucina. Innovazione, creatività e tradizione sono qualità che si possono assaporare al sofisticato locale Locatelli, curato anche negli spazi e negli arredi. Nonostante l’elaborazione delle preparazioni e della mise en place, è possibile individuare anche piatti della tradizione italiana, rivisitato dal genio creativo dello chef.
PER NON PERDERTI LE ULTIME NOTIZIE SEGUICI ANCHE SU INSTAGRAM E TELEGRAM
Un tema che riguarda anche l’ultima esternazione su Instagram, che Federico Trobbiani condivide tra le stories del suo profilo con un’immagine a corredo. La frase enigmatica del professionista si riferisce ancora una volta a una celebre pietanza, riscoperta e alternativamente proposta dallo chef.
Chef Trobbiani su Instagram: “Male che va c’è sempre lei”
Federico Trobbiani, classe 1989, nonostante la giovane età vanta già un’esperienza straordinaria nel mondo della cucina raffinata, come dimostra il ruolo di chef in uno dei più celebri ristoranti di Milano. Situato a pochi passi dal Castello Sforzesco, Locatelli è una meta ambita per l’elevata elaborazione dei piatti realizzata proprio dallo chef, che conquista per estetica e gusto, in un’elegante combinazione di elementi.
Creatività, innovazione e anche tradizione contraddistinguono la chiave della visione unica e riconoscibile dello chef Federico Trobbiani, come si evince dalle numerose immagini scenografiche condivise sul suo profilo Instagram. Un tripudio di colori vivi e di sapori che si possono scorgere e immaginare solo attraverso il senso della vista, stimolato nella stessa misura del gusto.
La differenza tra l’atto di mangiare e quello di assaporare, scrive lo chef nel suo ultimo post, è il risultato di consistenze, racconti e colori, gli stessi che definiscono la personalità dei piatti, specchio della sua visione. La stessa che si può constatare nell’immagine condivisa tra le stories, dedicata a uno dei piatti più poveri e tipici della tradizione culinaria italiana. Un classico intramontabile, evidentemente rielaborato dallo chef in quello che diventa un piatto gourmet, protagonista di una semplice dichiarazione: “Male che va c’è sempre pane e cipolle”.