Eclettico, sopra le righe ma anche molto apprezzato. Chef Rubio ha avuto i suoi momenti di gloria in tv, ma da qualche anno è scomparso dalle scene: ecco perché e cosa è successo al cuoco.
Chef Rubio, nome d’arte di Gabriele Rubini, è nato a Frascati quarant’anni fa. Il pubblico ha avuto modo di conoscere il suo volto grazie alla trasmissione Unti e Bisunti andata in onda su DMAX nel 2013, ma in seguito la sua carriera televisiva è decollata nel 2014 con I re della griglia, nel 2017 con il programma E’ uno sporco lavoro e nel 2018 con Camionisti in trattoria, andato in onda sul Canale Nove. E’ proprio in questa occasione che avviene la sua consacrazione mediatica, anche se la sua storia è più complessa di così.
Noto come chef, Gabriele Rubini ha infatti frequentato la Scuola Internazionale di Cucina Italiana a Colorno, in provincia di Parma, fondata dal grande maestro di cucina Gualtiero Marchesi. La sua passione per la cucina ha portato il cuoco a diplomarsi come chef e a imboccare questa strada anche dal punto di vista televisivo, come protagonista dei programmi più celebri nel settore food. Ma non tutti sanno che il suo amore per i fornelli deriva da un’esperienza lavorativa fatta in un ristorante a Wellington, in Nuova Zelanda.
Contrariamente a ciò che si può pensare, Chef Rubio non era in quelle zone per un viaggio di piacere, bensì con la sua squadra di rugby. Originariamente, infatti, chef Rubio nasce come rugbista professionista, militando prima nella squadra di rugby di Parma, poi a Roma e in Nuova Zelanda per fare infine ritorno in Italia. Le sue ultime due squadre di rugby sono state quelle del Rovigo in serie A e quella del Lazio in Eccellenza, prima di subire un grosso infortunio che ha così svoltato la sua vita.
Chi è Chef Rubio: dalla tv all’impegno sociale
Da quando il volto di Gabriele Rubini è apparso nelle reti Discovery, principalmente DMAX e Canale Nove, il suo successo lo ha subito portato a far salire il numero di fan che lo seguivano sia in veste di telespettatori che sui social. Quando era agli albori della sua fama televisiva, chef Rubio possedeva sia Instagram che Facebook, oltre a Twitter, unico social con cui attualmente interagisce con i suoi seguaci. Erano in migliaia che apprezzavano i suoi modi rudi e provocatori, la sua schiettezza, il suo accento fortemente romano e che attendevano di guardare gli episodi delle sue trasmissioni.
Inoltre, la celebrità di chef Rubio era stata segnata anche dal suo attivismo in ambito sociale, acquisendo sempre più esperienze sia nello studio che nell’aiuto e solidarietà in favore delle persone più deboli. Non soltanto è stato un atleta professionista di rugby, uno chef specializzato e uno dei volti più noti del mondo televisivo, ma è anche specializzato nella Lis, la lingua dei segni italiana, e si batte tutt’oggi contro le ingiustizie della società odierna.
Oltre ad aver collaborato con Amnesty International, ActionAid e con l’associazione Baobab-Experience, particolarmente attenta alla tutela dei diritti e dei bisogni dei migranti, chef Rubio si prodiga molto anche nel mondo del carcere. Il suo attivismo deriva principalmente dalle sue letture e dal suo studio in molti ambiti che confluiscono nella tutela e garanzia dei diritti umani. Come aveva raccontato già al Riformista qualche anno fa, Gabriele era un assiduo frequentatore del carcere dove proponeva molti progetti ai detenuti, fino a che non glielo hanno impedito.
Dal carcere romano di Rebibbia alla Casa Circondariale Dozza di Bologna passando per Le Vallette di Torino fino al carcere di Al Tiba a Gaza, chef Rubio è sempre stato molto attento a voler essere di sostegno alla riabilitazione dei detenuti, offrendo loro corsi di cucina che potevano aiutarli nel loro processo di rieducazione. Purtroppo, una volta fuori dagli istituti di detenzione molti perdono il loro filo e gli stessi progetti che Gabriele portava avanti in carcere erano, come da lui definiti, “percorsi ad ostacoli”. Ciò può dirsi anche della sua carriera televisiva, fino a quando non ha messo un punto definitivo.
Cosa fa oggi chef Rubio: perché è scomparso dalla tv
Tra i temi più spinosi toccati da chef Rubio quello che ha avuto la meglio nel definire un po’ tutta la sua carriera, a partire da quella televisiva, è riferito al conflitto tra Palestina ed Israele, schierandosi dalla parte pro-Palestina. Di certo chef Rubio ha sempre fatto intravedere che non le manda a dire ed è sempre stato molto aperto anche per quanto riguarda le sue ideologie ed i suoi modi di pensare. Questo ha fatto sì che si scontrasse con il pensiero dominante, portandolo in questo modo a contestazioni e provocazioni sempre più pesanti anche sui social. La fine della sua collaborazione con Discovery, e in generale con le reti televisive italiane, ha dunque come punto di partenza la sua libertà di pensiero.
Del resto, la dimostrazione del fatto che Gabriele abbia scelto di rimanere fuori dai circuiti mediatici lo si può vedere dal suo account Twitter, unico rimasto aperto dopo che lo chef aveva contrastato i filtri di censura di Facebook e Instagram. A detta sua, molti dei suoi post venivano continuamente segnalati e dunque ha scelto di “sparire” anche dal punto di vista social, continuando però a far sentire la sua voce su Twitter e in generale in vari contesti di attivismo sociale. Un esempio è il suo canale Telegram, dove continua a far girare le notizie liberamente così come la sua lotte contro le ingiustizie.