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Mangiare in salute

Celiachia, i falsi miti sulla malattia: non credere a quello che ti dicono

Come le idee errate possono contribuire a ostacolare una diagnosi di celiachia: non fidarti di questi falsi miti.

Spesso, le idee sbagliate sulla celiachia possono impedire alle persone di ricevere la giusta diagnosi e il trattamento adeguato. È fondamentale fare chiarezza su questi miti per comprendere meglio la malattia e come affrontarla. Anche sul gluten free, sfatiamo falsi miti: che cosa significa, perché non mangiare glutine e come si capisce se si è intolleranti.

una fetta di pane e una spiga di granouna fetta di pane e una spiga di grano
Celiachia, i falsi miti sulla malattia (CheCucino.it)

Partiamo dal principale stereotipo su questa malattia: la celiachia non è una allergia né un’intolleranza alimentare. Si tratta di una malattia autoimmune, in cui l’ingestione di glutine causa danni all’intestino tenue. Non solo l’intestino, ma altre aree del corpo possono essere coinvolte, rendendo la malattia più complessa di quanto sembri.

Una briciola di pane non fa male: falso!

Occorre assolutamente sapere che anche piccole tracce di glutine possono scatenare gravi reazioni. La contaminazione incrociata è un rischio costante, e anche se non ci sono sintomi evidenti, il danno intestinale è reale. È essenziale evitare qualsiasi esposizione al glutine, quindi anche solo una briciola di pane può causare danni importanti.

Falsi miti sulla celiachia, anche una briciola è pericolosa (CheCucino.it)

Inoltre, la celiachia è una malattia cronica che dura tutta la vita. L’unico trattamento efficace è una dieta senza glutine. Se il glutine viene reintrodotto, il sistema immunitario reagisce e il danno intestinale si ripresenta. È un errore pensare che si possa “guarire” con l’età. C’è una potenziale soluzione per i pazienti celiaci esposti a rischi di contaminazione incrociata, ma la scienza ci sta ancora lavorando.

I falsi miti sulla celiachia: non colpisce solo i maschi europei

Contrariamente a quanto si crede, la celiachia non fa distinzioni di genere. Può colpire chiunque, indipendentemente dal sesso. La malattia può manifestarsi a qualsiasi età, anche in persone adulte, e la diagnosi può arrivare tardi, spesso dopo anni di sintomi non riconosciuti. Sebbene sia molto comune in Europa e in Nord America, si riscontra anche in Asia, Medio Oriente, Africa del Nord e Sud America.

Non colpisce solo i maschi europei (CheCucino.it)

Inoltre, la celiachia è molto più comune di quanto si pensi. Si stima che nel Regno Unito, circa una persona su 100 ne soffra, un numero che la rende molto diffusa e tutt’altro che rara. Insomma, non ci sono legami tra malattia ed etnia di provenienza, tra celiachia e sesso, e soprattutto la celiachia non solo non è rara, ma spesso il numero di malati è sottostimato.

Il peso non c’entra e le conseguenze non sono solo a livello intestinale

Non è necessario essere sottopeso per sviluppare la celiachia. Anzi, molte persone con celiachia sono normopeso o addirittura sovrappeso al momento della diagnosi. Il peso corporeo non è un indicatore sufficiente per determinare se sottoporsi al test per la malattia. Inoltre spesso si sbaglia a credere che possa causare problemi solo a livello intestinale.

Difatti, la celiachia è una malattia multisistemica, il che significa che i sintomi non si limitano solo all’intestino. Possono manifestarsi in varie parti del corpo, da problemi dermatologici a disturbi neurologici o stanchezza cronica. Ogni persona vive la malattia in modo diverso. Conoscere e sfatare questi falsi miti è il primo passo per sensibilizzare le persone sulla celiachia.