È arrivato il momento adatto per seminare i carciofi. Bisogna fare attenzione però a qualche possibile problema: ecco come risolvere.
La primavera è alle porte e con il suo arrivo inizia anche il periodo giusto per la semina di questi ortaggi dalle molteplici proprietà e buoni per tante ricette.
Il tempo più opportuno per dar vita ai carciofi è da febbraio a maggio, ma in particolare sono i mesi di marzo e aprile ad essere considerati i migliori.
L’ideale è seminare in un semenzaio protetto rispetto alla coltivazione in campo aperto. È importante usare un terriccio specifico, i semi devono essere piantati ad una profondità di almeno 1 cm e devono essere opportunamente coperti con uno strato di terra.
Il terriccio deve esser mantenuto sempre umido e la temperatura migliore per lo sviluppo di quest’ortaggio e di 18° – 20° circa.
Successivamente, quando la pianta sarà già sviluppata e diventata di circa 10 cm, con la presenza di alcune foglie, si passa alla fase del trapianto con un terriccio che deve essere irrigato regolarmente.
Altro elemento da non trascurare è la concimazione, che ha un ruolo molto importante nello sviluppo e nella crescita.
Nonostante tutti questi accorgimenti c’è un pericolo da cui bisogna proteggere il seminato per avere una buona resa.
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Il pericolo dei parassiti: come proteggere le piante di carciofo
Il rischio che si verifichi l’attacco di parassiti e funghi è molto frequente e perciò bisogna prendere le dovute precauzioni per scongiurare danni che possono anche essere irreparabili.
Ci sono gli afidi, che vanno a posizionarsi sulla parte alta della pianta e favoriscono l’arrivo delle formiche oltre a provocare la cosiddetta fumaggine.
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Ma ci sono anche la peronospera e il fusarium, due malattie di tipo fungino che possonon distruggere completamente la pianta di carciofo.
C’è poi anche l’agrotide, conosciuto più comunemente come il bruco della falena, che attacca le radici arrivando attraverso degli scavi sotterranei.
I rimedi efficaci anche naturali
Esistono comunque delle soluzioni per prevenire e per intervenire sul problema e risolverlo. Una di queste consiste nelle applicazioni di prodotti a base di rame.
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Ma, nello specifico caso dell’agrotide, si trovano esche avvelenate o preparati a base di crusca, assenzio e lindano che li estirpano.
Se però si vuol ricorrere a prodotti naturali, a svolgere un’ottima funzione di repellente c’è il macerato di foglie di pomodoro.
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Si preprara in casa mettendo a macerare ad esempio 3 kg di foglie di pomodoro in 1 l di acqua. Dopo 3 – 4 giorni bisogna filtrarlo e poi diluirlo con solo qualche decilitro di acqua per poi spruzzarlo sulle foglie e il fusto della pianta che si è infettata per curarla e diminuire il contagio.
