Alcuni prodotti alcolici come Campari, Aperol, Cynar e Martini sono stati sotto i riflettori perché a rischio per chi ha la celiachia: ma è davvero così?
Forse una persona con problemi di salute e con la celiachia preferisce porsi problemi più importanti, ma c’è una questione che è anche importante aprire e lo si fa poco spesso: possono bere oppure no alcolici? Rispondiamo alla domanda, spiegando che grappa, gin, whiskey, tequila e vodka sono generalmente sicuri per chi soffre di celiachia, poiché durante il processo di distillazione il glutine non viene trasferito nel distillato.
Bisogna sempre fare però i conti con la contaminazione incrociata: i liquori possono essere a rischio, in quanto potrebbero contenere glutine a causa di aromi o contaminazioni durante la produzione. È importante che i liquori siano certificati come “senza glutine” per garantire la sicurezza. Facciamo l’esempio del gin: è sicuro se ottenuto tramite distillazione, altri alcolici sono naturalmente senza glutine.
Immaginiamo però di essere al bar per un aperitivo: scartiamo immediatamente tutta una serie di stuzzichini che sicuramente contengono glutine. Pizzette, panini, tramezzini e chi più ne ha, più ne metta, sono fatti con materie prime che possono causare danni a un celiaco, il quale può sempre chiedere ai suoi amici di recarsi in un bar che è specializzato in prodotti senza glutine.
Questo perché – verosimilmente – anche se un prodotto è gluten free, il rischio di contaminazione incrociata in un qualsiasi bar è davvero molto alto. C’è una potenziale soluzione per i pazienti celiaci esposti a rischi di contaminazione incrociata, ma nel frattempo il problema esiste e non è di facile soluzione. Ma davvero sarebbe disposti a dire per sempre di no a un aperitivo tra amici?
La seconda questione riguarda quello che potete bere se avete la celiachia: di fatto, a parte la birra – tranne che non sia gluten free – praticamente tutto. Le bibite analcoliche a base di frutta e le bevande gassate (eccetto quelle “light”) sono generalmente senza glutine. Come detto, per i superalcolici bisogna fare una distinzione tra distillati e aromatizzati e controllare bene le etichette di questi ultimi.
Possiamo bere tranquillamente il vino, il sidro (spesso più popolare all’estero), il sakè giapponese e il Sato thailandese, oltre alla Chicha sudamericana, ma anche lo spumante, poco importa se contenga o no solfiti, che comunque sono privi di glutine. Nell’elenco, rientrerebbero anche gli aperitivi monodose, sulla cui etichetta di solito è possibile leggere se siano presenti oppure no tracce di glutine.
Un capitolo a parte merita il Campari, con tutta la famiglia del gruppo, ovvero Aperol, Crodino, Cynar, Mirto, Aperol Soda, Camparisoda. A lungo, negli anni passati, su questi liquori e sulla mancanza di indicazioni sulle loro etichette si sono aperte varie discussioni ed è il momento di porvi davvero fine. Non riportano l’avvertenza “senza glutine” perché realizzati con prodotti che in maniera naturale non ne contengono.