Il cambiamento climatico e abitudini alimentari sono correlati. Ecco cosa dovremmo evitare per aiutare il pianeta.
L’alimentazione influisce sui cambiamenti climatici? É una di quelle domande che ci si pone sempre più spesso e la risposata purtroppo è sì.
Quello che decidiamo di mangiare, la richiesta che ne facciamo al mercato e il modo in cui produciamo i cibi che poi mettiamo a tavola, hanno un ruolo fondamentale sul riscaldamento globale.
Fare scelte consapevoli, quindi, vuol dire non solo assumere cibi salutari per noi, ma che lo siano anche per il nostro pianeta.
Il problema principale della produzione alimentare è l’alta emissione di gas serra. La coltivazione, l’allevamento, ma anche la lavorazione e il trasposto dei cibi, insomma la cosiddetta filiera, ed infine i rifiuti che da questi si producono, generano oltre 17 miliardi di tonnellate di gas serra all’anno. É troppo.
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Una delle più pesanti abitudini alimentari che influiscono sui cambiamenti climatici è l’eccessivo consumo di carne; basti pensare che l’anidrite carbonica generata dal bestiame è circa il 14,5% delle emissioni annue. C’è sempre più domanda il che ha portato alla nascita degli allevamenti intensivi. Un buon punto di partenza sarebbe quello di cominciare a ridurre il consumo di carne e preferire cibi di origine vegetale.
Non tutto ciò che viene prodotto localmente è un bene. Se si consumano prodotti locali che provengono da serre che consumano energie da macchinari con carburanti, influisce di più rispetto ad un cibo prodotto altrove ma magari con pratico più eco-friendly. Sarebbe bene a questo punto informarsi sui metodi di produzione o comunque mangiare prodotti stagionali così da evitare il trasposto per via camion o aerei.
I gamberi. I gamberi sono molto richiesti ma sono anche uno di quei cibi che hanno la più alta emissione di CO2 al mondo; l’unica alternativa è di eliminarne il consumo.
Anche formaggi come parmigiano o cheddar hanno una forte impronta sul clima, l’unico consiglio in questo caso è di limitarne l’uso e preferire formaggi morbidi come ricotta, feta e così via.
Infine, il latte anche la sua produzione incide molto mentre i latti di derivazione vegetale molto meno. Dovremmo imparare a spostare i nostri gusti.
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