Le alte temperature estive al di sopra della media stagionale stanno “bruciando” la produzione di miele con un calo stimato del 50% rispetto agli ultimi anni. Il clima pazzo ha stressato le api e compromesso le fioriture secondo un primo monitoraggio sugli 1,2 milioni di alveari sparsi nelle campagne italiane che impegnano 45.000 apicoltori tra hobbisti e professionali. “Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – a un crollo a macchia di leopardo della raccolta, dalla Sicilia all’Abruzzo, dalla Liguria alle Marche fino alla Sardegna e alla Lombardia, con punte anche dell’80% in meno rispetto alla media per alcune tipologie”.
La produzione di miele ha subito già un sensibile calo nel 2017, ma quest’anno il caldo record alternato a violente tempeste d’acqua, grandine e vento, dopo una primavera fredda e piovosa, sta condizionando il lavoro delle api sia nella gestione degli alveari sia nella raccolta del nettare con problemi sulle principali varietà di miele. La conseguenza logica sarà un aumento delle importazioni di miele da altri Paesi come Ungheria, Polonia, Romania e Cina. Il consiglio della Coldiretti è di verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta – continua la Coldiretti – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della Ue”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della Ue”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della Ue”.