Milioni di italiani ogni giorno entrano in un bar per prendere un caffè, ma senza notare ad alcuni particolari che possono fare davvero la differenza. Per riconoscere un buon caffè e un buon barista basterebbe fare attenzione ad alcuni dettagli per poter dare un giudizio personale e decidere se ritornare in quel bar, o magari provare quello a pochi metri lì vicino…
Gli errori più comuni commessi dai baristi sono: la macinatura errata, l’utilizzo di miscela di bassa qualità, la pressatura errata, l’acqua non filtrata e ricca di cloro. Questi errori compiuti per leggerezza o casualità rovinano il gusto del caffè e rischiano di far perdere molti clienti. Nulla si può lasciare al caso, nemmeno la temperatura dell’acqua, che deve essere intorno gli 88 e i 94 gradi quando viene erogata.
Un altro errore comune è quello di macchiare il caffè solo con la schiuma anche quando non viene richiesto, oppure servire il caffè in una tazza fredda (deve essere bollente) o, ancora, sbagliare la lunghezza dell’espresso.
La grammatura corretta per un buon caffè è di 7 g a caffè ma le dosi possono variare da 6,8 ad un massimo di 7,5 g. Tali cambiamenti sono dettagli tecnici dovuti ai diversi tipi di macchine da caffè che vengono utilizzati. La macinatura è un altro dettaglio importante, ricordando che il caffè soffre l’umidità e che le macine si consumano e vanno cambiate (in media, ogni quattro mesi).
Un altro errore facilmente riscontabile in molti bar è quello di appoggiare sopra la macchina di caffè tutte le tazzine a disposizione e, in più, nel verso sbagliato. Il giusto modo di posizionare le tazzine sulla macchina è di metterle nel verso giusto non formando più di due file sovrapposte per evitare dispersione di calore.
Occhio anche all’acqua. “L’Italia è uno dei Paesi più difficili per la vita del barista, perché gli vengono fatte richieste di ogni genere quando si parla di caffè – afferma Andrej Godina, esperto di scienza, tecnologia ed economia nell’industria del caffè -. Uno degli aspetti più importanti nella sua preparazione è l’acqua, che deve essere senza cloro: se abbiamo un esercizio pubblico è necessario un filtro, in modo da eliminarlo”.