La birra scade? Guarda che cosa succede se la bevi

Che cosa sappiamo in merito: la birra scade? E se si, quali sono le giuste procedure da seguire per garantire la più totale sicurezza?

Una bottiglia di birra stappata
Una bottiglia di birra stappata (Foto Canva)

La birra scade? Qualsiasi prodotto acquisteremo, che sia di fattura artigianale o prettamente industriale, troveremo sempre (almeno in condizioni normali) un riferimento ben preciso in merito a quando consumare la bevanda in questione. Però potrebbe capitare di avere in casa qualche bottiglia con tale indicazione che apparterrà ormai al passato.

Che cosa dovremmo sempre fare quando la birra scade? Che cosa dovremmo sempre fare quando la birra scade? Molto dipende anche da se la bottiglia è stata aperta. In generale, quando un prodotto è stato tolto dalla sua confezione originaria o quando è aperto, va consumato nel giro di qualche giorno. Vedesi il latte, il latticini ed altri formaggi freschi oppure le uova, tra i tanti.

Nel caso della birra, la stessa perde di frizzantezza. Questa cosa accade anche con le altre bibite gassate, dolci o meno che siano. E berle quando hanno smarrito tutto il loro brio non è affatto la stessa cosa. Certo è che la scadenza della birra è alquanto singolare.

La birra scade, le conseguenze sul fisico

Diverse bottiglie dDiverse bottiglie di birra in fase di produzione industrialei birra in fase di produzione industriale
Diverse bottiglie di birra in fase di produzione industriale (Foto Canva)

La data di scadenza è indicativa per l’appunto delle sensazioni che riusciamo a percepire al tatto. Una volta passato il giorno segnato sulla etichetta, potremo avvertire una carica inferiore di presenza di CO2, che è la componente indispensabile per creare le bollicine. Ed anche il sapore potrebbe essere alterato, risultando così meno intenso.

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Ma bere una birra che ha superato la data di scadenza non è assolutamente pericoloso per la salute e non comporta delle conseguenze sull’organismo.

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In questo caso si parla di data di scadenza o di TMC (termine minimo di conservazione, n.d.r.) che riguarda per l’appunto quegli articoli alimentari il cui consumo successivo a tale data non comporta delle controindicazioni per il consumatore.

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Possiamo trovare anche l’avverbio “preferibilmente” all’interno della locuzione “da consumarsi entro”. Ma l’unica conseguenza sarà data dalla ridotta qualità, che andrà sempre più con il farsi più marcata con il trascorrere dei giorni e delle settimane.

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