I grandi bevitori di caffè, che non riescono a cominciare la giornata, senza almeno una tazzina, hanno un olfatto ‘maggiorato. La scoperta apre le porte a nuove terapie per trattare le dipendenze.
I ‘caffeinomani’ riescono a distinguerne ‘a naso’ anche piccole quantità e sono più veloci nel riconoscerne l’aroma rispetto ai non bevitori. A rivelarlo è una ricerca dell’University of Portsmouth pubblicata su ‘Experimental and Clinical Psychopharmacology’. Per la prima volta è stato scientificamente dimostrato che chi ha una dipendenza da caffè è maggiormente sensibile al suo aroma.
Questo risultato potrebbe essere di aiuto per intraprendere nuove terapie contro le dipendenze, ad esempio da tabacco e cannabis. “Quanta più caffeina si consuma, tanto più una persona è sensibile all’odore del caffè – ha spiegato Lorenzo Stafford, del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Portsmouth, come riporta AdnKronos -. E’ stato anche rilevato che chi consumava più caffeina era capace di rilevare l’odore di una sostanza chimica fortemente diluita nel caffè a concentrazioni molto più basse, e questa capacità aumenta con il desiderio. Quindi più si desidera la caffeina, migliore è la sensibilità olfattiva per il caffè”.
La ricerca si è basata su due esperimenti: nel primo 62 uomini e donne sono stati divisi tra bevitori e non. Dopo di che ognuno è stato bendato e gli è stato chiesto di distinguere quantità minime di odore di caffè e contenitori privi di odore. I forti bevitori hanno identificato il caffè a concentrazioni inferiori e sono stati anche più veloci nel riconoscerne l’odore ed è stato dimostrato che più caffeina si consumava solitamente, più forte era la brama di caffè.
Il secondo test ha coinvolto 32 persone divise tra bevitori e non, e sottoposti allo stesso test di rilevamento olfattivo del caffè, e a un test separato di controllo, utilizzando un odore non alimentare. Anche in questo caso, i consumatori di caffeina erano più sensibili all’odore del caffè ma, soprattutto, non presentavano differenze nella sensibilità all’odore non alimentare. Di conseguenza esiste una particolare sensibilità olfattiva che può essere sfruttata per curare le dipendenze dal tabacco e dalla cannabis.