Un test in laboratorio ci svela quali sono le “banane al veleno”, con i tre marchi ritenuti peggiori in questo senso tra quelli ad oggi in vendita.
Banane al veleno, c’è un allarme che riguarda il frutto giallo per antonomasia. C’è un test apposito che misura la salubrità dello stesso e che purtroppo ha presentato dei risultati molto negativi. Il tutto è stato condotto su venti marche tra quelle messe in commercio.
Lo ha fatto sapere il salvagente, che ha compiuto delle rilevazioni in laboratorio su alcuni campioni estrapolati dagli esemplari osservati. E ha dimostrato come le “banane al veleno” abbiano delle tracce di pesticidi non solo al loro interno ma anche sulla buccia. La cosa è di rilievo in quanto c’è il rischio di contaminazione per i bambini, in particolare.
E come se non bastasse, questo discorso delle “banane al veleno” non riguarda solamente tre marchi su venti. Segno che indica come le attuali dinamiche di lavorazione e di distribuzione in ambito industriale presentino dei meccanismi controversi e che andrebbero necessariamente corretti. L’assunzione di alimenti con al loro interno delle tracce di sostanze potenzialmente nocive può dare adito ad una esposizione a delle specifiche malattie, nel corso del tempo ed in situazioni di assunzione quotidiana.
Le marche sottoposte ad analisi approfondite sono le seguenti:
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La buona notizia è che comunque la presenza di pesticidi e di diserbanti vari è comunque sempre inferiore a quelli che sono i limiti massimi indicati dalla legge. Mentre la cattiva notizia è data dal fatto che, in alcuni casi, addirittura erano presenti tracce di anche sei sostanze nocive in contemporanea sullo stesso frutto.
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Le sostanze maggiormente presenti erano i neonicotinoidi come imidacloprid, thiamethoxam e chlorfenapyr, oltre all’acido gibberellico. In fondo alla classifica di qualità di altroconsumo, in ordine di punteggio dal più basso al migliore, ci sono i seguenti tre marchi:
Si spera che la situazione possa migliorare.