Cosa contengono i Babbo Natale di cioccolato così carini e amati dai bambini in queste prossime festività? Ce lo rivela uno studio tedesco con importanti scoperte.
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Sono davvero molto graziosi, i Babbo Natale di cioccolato che troviamo in scaffali di mercatini, supermercati e negozi di dolciumi perfetti per rallegrare i bambini che sono inevitabimente attratti dalla forma e dal sapore irresistibile.
Ma, sono effettivamente innocui e salutari e in realtà, cosa contengono esattamente?
A rispondere a queste domande c’è un recente studio effettuato in Germania da parte degli esperti della rivista tedesca Öko-Test , che hanno preso in esame 23 diversi prodotti del tipo e li hanno analizzati a fondo.
Si tratta di prodotti di marche principalmente presenti nel mercato tedesco ma alcune, ad esempio la Kinder, la Lindt e la Favorina della Lidl si trovano anche nel nostro Paese.
Ad essere oggetto di valutazione non è stata la qualità del cioccolato, ma gli studiosi si sono soffermati ad indagare la presenza in particolare di due elementi: l’alluminio e le componenti di olio minerale.
I risultati della ricerca: tracce di MOAH
Da quanto è emerso dai test effettuati il responso non è positivo in quanto nella gran parte dei Babbo Natale analizzati è stata riscontrata la presenza di componenti di oli minerali, di cui in 3 si è trovata anche la presenza di MOAH, che risultano avere potere cancerogeno.
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Gli esperti affermano che “gli alimenti con un contenuto di grassi o oli più elevato, come il cioccolato, dovrebbero essere ritirati dal mercato se contengono più di 1 mg/kg di MOAH. I tre Babbo Natale di cioccolato nel test sono leggermente al di sotto di questo valore. Ma crediamo che non ci siano livelli sicuri per le sostanze cancerogene”.
I prodotti analizzati quindi rispettano le norme di legge, ma la presenza di queste sostanze, seppure in una quantità accettabile, desta comunque un pò di preoccupazione.
Inoltre, sono state trovate tracce anche di contaminazione da MOSH, per cui non c’è ancora una regolamentazione sulla quantità adeguata da inserire in questi prodotti alimentari.
I ricercatori hanno sollevato anche il problema dell’accumulo del corpo di queste sostanze, che anche se presenti in proporzioni accettate dalle norme vigenti vanno comunque ad essere assorbite e l’accumulo certamente non è una cosa positiva.