Richiamo alimentare per lotti di uova con il riscio di salmonella. Il pericolo di intossicazione è alto: non bisogna assolutamente consumarle. Ecco quali sono quelle contaminate.
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Allerta alimentare per quanto riguarda le uova. A segnalare il richiamo è il ministero della Salute specificando tutti i dettagli dei prodotti da non consumare.
Si tratta del pericolo di presenza di Salmonella enteritidis. Ad essere contaminate sono le uova fresche L e XL del marchio Copav.
L’azienda produttrice delle uova in questione è Avimarche e ha sede nello stabilimento di via Barocco 14, a Ostra Vetere (Ancona).
I lotti interessati e le date di scadenza
A seguito di un controllo a campione sulle feci delle galline ovaiole, eseguito da ASUR Area Vasta 2 è stato riscontrato il batterio ed è scattata la segnalazione che ha dato avvio al richiamo.
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Le uova Covap soggette al richiamo sono le L ed XL vendute in confezioni da 6 e riguardano i seguenti lotti:
- 22420634AVI – 14/11/2022
- 22420650AVi – 16/11/22
- 22420655AVI – 17/11/22
- 22430669AVI – 23/11/22
- 22440674AVI – 27/11/22
L’azienda produttrice si rivolge ai consumatori raccomandando, nel caso in cui avessero acquistato le confezioni di uova contaminate a non consumare il prodotto e a riportare la confezione in possesso al punto vendita in cui è stata acquistata.
Salmonella: cos’è e cosa provoca
La Salmonella enteriditis è è un batterio gram negativo che provoca la salmonellosi che si manifesta con le carattertistiche di un’intossicazione con sintomi quali nausea, vomito, diarrea e dolori addominali.
I sintomi solitamente si manifestano circa 12-36 ore dopo l’ingestione di alimenti in cui è presente il batterio e il decorso della malattia si protrae per circa una settimana. Nel caso di soggetti fragili o con deficit del sistema immunitario può svilupparsi in forma tale da richiedere il ricovero ospedaliero.
Gli alimenti generalmente soggetti al rischio di contaminazione da questo batterio oltre le uova crude o poco cotte e i prodotti derivati a base di uova, sono il latte crudo e i derivati a base di latte crudo, ma anche la carne poco cotta.
Inoltre può riguardare anche la frutta e la verdura, in particolare angurie, pomodori, germogli di semi, meloni, insalata, sidro e succo d’arancia, che subiscono una contaminazione durante il taglio.