Uno studio italiano ha cercato di capire come e quanto impatti l’alimentazione nell’insorgenza dell’artrite reumatoide. Ecco quali sono gli alimenti da consumare e quali no.
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L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica che colpisce le articolazioni che col tempo arrivano a deformarsi.
Questa malattia colpisce in particolar modo le donne e non ha una causa specifica, si ritiene però che alla base di tutto ci sia il fattore ambientale, il quale inganna il sistema immunitario, scatenando quella serie concatenata di eventi che portano poi al manifestarsi della malattia.
Il trattamento per l’artrite reumatoide prevede l’utilizzo di immunosoppressori e nelle fasi più acute del cortisone, la ricerca però va avanti e nuovi sviluppi nel trattamento e nella cause che scatenano la malattia possono essere tratti da un nuovo studio, tutto italiano, che si è concentrato su quanto e come l’alimentazione influisca sull’artrite reumatoide.
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Artrite reumatoide, gli alimenti alleati e quelli no
Lo studio condotto dell’Università del Piemonte Orientale rientra nel più ampio progetto del Food for Health: an Integrated Approach che cerca di capire se e come l’alimentazione influenzi lo sviluppo di malattie autoimmuni.
I ricercatori dell’Università del Piemonte Orientale, su intuizione del professor Francesco Barone Adesi, hanno iniziato a studiare l’impatto dell’alimentazione sull’insorgenza dell’artrite reumatoide, partendo dai database della United Kingdom biobank.
Gli studiosi hanno, quindi, cercato di capire come il consumo di alimenti possa rappresentare un fattore di rischio nello sviluppare l’artrite reumatoide, malattia autoimmune che, ad oggi, è tra le più frequenti e la cui incidenza è in costante aumento nei paesi industrializzati.
Lo studio ha messo a confronto i dati sulle abitudini alimentari dei soggetti che hanno sviluppato l’artrite reumatoide successivamente al coinvolgimento nella ricerca con quelle di coloro che invece non l’hanno sviluppata.
Il confronto ha evidenziato che il consumo di alcuni alimenti come il pesce grasso -e quindi salmone, sgombro e così via – il formaggio, i cereali, l’alcol e il caffè risulta avere una maggiore protezione rispetto allo sviluppo della malattia.
Al contrario,invece, il consumo di tè si associa ad un rischio superiore di contrarla.
La strada però è ancora molto lunga: “Ad oggi —come chiarisce Chiocchetti coordinatrice del laboratorio di Immunomica del CAAD UPO — i dati di letteratura non sono ancora sufficienti per poter definire quale sia il ruolo dell’alimentazione nell’insorgenza delle malattie autoimmuni, in generale, e nella prevenzione primaria dell’AR, in particolare”.