Anisakis nel pesce, perché succede nei prodotti ittici confezionati

La problematica che fa riferimento all’Anisakis nel pesce è da non sottovalutare. Perché, nonostante i controlli, si ripresenta non poche volte?

Dei parassiti di Anisakis in un prodotto ittico
Dei parassiti di Anisakis in un prodotto ittico (Foto Canva)

Anisakis nel pesce, perché questa problematica si presenta in maniera saltuaria? Ogni tanto, periodicamente, può capitare di sentire di un richiamo alimentare di uno o più prodotti ittici avvenuti per questo motivo. Per chi non lo sapesse, un caso di Anisakis nel pesce rappresenta un inconveniente molto grave.

Si tratta infatti della contaminazione di vermi all’interno del pescato. Questi parassiti vivono nello specifico dentro allo stomaco di diverse specie di pesci. E da qui all’uomo il passo è breve, nel caso di consumo di un qualcosa che risulta essere contaminato in questo modo.

L’Anisakis nel pesce comporta delle conseguenze che, come è facile immaginare, possono essere di diversa gravità. Anche a distanza di ore ed anche di giorni è possibile incorrere in situazioni per le quali risulterà alquanto facile riconoscere che è in corso una intossicazione alimentare.

Anisakis nel pesce, i sintomi più noti e dove si trova

Potrebbero manifestarsi vomito, nausea, diarrea, dolori addominali ed epigastrici. Le specie ittiche maggiormente soggette a questa problematica sono:

  • pesce sciabola;
  • sugarello;
  • lanzardo;
  • sgombro;
  • merluzzo;
  • totano;
  • alice;
  • triglia;
  • cefalo;
  • sardina.

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Anche all’interno di cibo di mare lavorato, trattato e confezionato ci si può imbattere in casi di Anisakis. Il fatto è che procedure diffuse come la salatura, l’affumicatura, la marinatura e l’aggiunta di limone, di sale o di aceto sulle alici o su altre specie di pesci non è sufficiente a debellare la presenza di Anisakis.

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Ci sono anche delle situazioni che riguardano una cottura non adeguata del pesce. Od una conservazione in congelatore non consona.

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Lo standard sarebbe quello di tenere il prodotto ittico per almeno quattro giorni alla esposizione continua di -18%. Riguardo alla cottura invece dovremmo sempre tenerci su un minimo di 70° per un tempo di almeno cinque minuti, ma meglio se di più. E questo problema avviene proprio perché, evidentemente, non vengono rispettati i dettami necessari.

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