L’amaranto è originario del Perù ed era conosciuto già dalle antiche popolazioni dei Maya, degli Incas e degli Aztechi. Conosciuto anche con il nome di grano degli Dei, per via delle sue qualità energetiche e nutrizionali, è finito nel dimenticato io per secoli, soppiantato dal mais, per poi essere recentemente rivalutato grazie alle sue proprietà terapeutiche.
Dopo averlo lavato va cotto in due parti d’acqua ed un cucchiaino di sale marino per circa 50 minuti. Dopo la cottura va lasciato riposare per altri 10 minuti. Al termine il suo aspetto è simile ad una massa gelatinosa ed è preferibile consumarlo in abbinamento a cereali come riso ed orzo oppure insieme a verdure. Nei negozi è possibile trovarlo sotto forma di chicchi o farina. Ha un gusto che ricorda quello della nocciola e per questo motivo lega bene abbinato ai cereali.
L’amaranto è uno pseudo cereale totalmente privo di glutine, adatto quindi anche a chi soffre di celiachia. E’ molto digeribile e per questo può essere indicato per la nostra dieta, o durante convalescenze, o ancora se abbiamo dei disturbi all’apparato gastrointestinale. Grazie all’alto contenuto di fibre è consigliato a chi soffre di stitichezza e per prevenire il cancro al colon.
L’amaranto è un alimento di cui i vegani non dovrebbero fare a meno. Ricco di proteine è perfetto per chi sceglie di non voler consumare carne e quindi assumere proteine di origine animale. Secondo dati scientifici le proteine di questo pseudo cereale sono tra quelle con le più alte qualità nutritive di origine vegetale e le più vicine alle proteine dei prodotti di origine animale. L’altissimo contenuto proteico (quasi 14 grammi ogni 100 di prodotto) supera quello della maggior parte dei cereali.
Ricco di antiossidanti che aiutano l’organismo a contrastare l’azione dei radicali liberi. L’amaranto è ricco di acidi fenolici, composti vegetali con attività antiossidante. Tra questi sono presenti l’acido vanillico e l’acido gallico, entrambi in grado di proteggere l’organismo da malattie cardiovascolari e tumori.