Agricoltura, i contadini del III millennio sono giovani e laureati

L’agricoltura riveste un ruolo di vitale importanza per l’alimentazione e l’Italia può vantare l’agricoltura più eco-sostenibile d’Europa, grazie alle nuove generazioni. Se fino a qualche decennio fa si pensava che il contadino fosse una persona inadatta a fare altro, oggi si scopre che a dedicarsi al lavoro dei campi sono soprattutto i giovani e i laureati.

Oggi chi gestisce un’azienda agricola o ittica, molto spesso ha una laurea oppure ha seguito un corso di formazione ad hoc ed è aggiornatissimo sul settore. Secondo il sito Skuola.net, sul nostro territorio sono state censite ben 55.121 imprese agricole guidate da under 35 nel 2017, con un incremento del +6% rispetto all’anno precedente. Un dato che pone l’Italia ai vertici nell’Unione Europea per aziende condotte da giovani. 1 su 4 è laureato e conosce una o più lingue straniere, mentre 8 su 10 sono abituati a viaggiare e andare spesso all’estero.

Inoltre i nuovi agricoltori sfruttano sempre di più il web e la tecnologia per promuovere i propri prodotti. Lo testimoniano i tanti casi di aziende agroalimentari che ormai hanno attivato un servizio di e-commerce. Un contributo fondamentale, in questa piccola rivoluzione, arriva dal genere femminile. Le aziende fondate dal 2010 a oggi sono guidate da donne nel 50% circa dei casi. Potremmo quasi parlare di un “processo di femminilizzazione” dell’agricoltura italiana. In più l’Italia è al primo posto nell’Unione anche per il valore aggiunto prodotto: 31,5 miliardi di euro, pari al 18% della quota complessiva generata dall’UE a 28. Dati che ci pongono davanti a nazioni geograficamente ben più estese di noi, come Francia (28,8 miliardi), Spagna (26,4 miliardi), Germania (17,5 miliardi). Se oltre all’agricoltura si prende in considerazione anche silvicoltura e pesca, siamo al secondo posto dopo la Spagna, ma davanti a Francia e Germania.

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