Ogni dieta che si rispetti suggerisce di bere tanta acqua e sempre più messaggi pubblicitari invitano a bere acque povere di sodio o calcio. Ma quali sono le regole del bere sano? A fare chiarezza ci pensa Marco Faustini Fustini, della Neuroendocrinologia dell’Irccs Istituto delle Scienze neurologiche di Bologna.
Secondo gli esperti l’acqua deve essere anche fonti di sali che concorrono alla salute del nostro organismo. Di conseguenza anche il sodio riveste un ruolo prima per il nostro benessere. “Se è vero che l’acqua è il principale componente del nostro corpo, è altrettanto vero che il sodio è il principale elemento al di fuori delle cellule – ha sottolineato l’endocrinologi -. Un’acqua molto povera di sodio, pur essendo spesso propagandata come elisir di lunga vita e di bell’aspetto, trova assai poche indicazioni in ambito medico”.
Identico discorso si può fare per le tanto sbandierate acque povere di calcio. A meno che non si soffre di particolari malattie, non c’è motivo di privilegiare anche povere di questo elemento. “Al contrario, in un’epoca in cui la popolazione assume scarse quantità di calcio con la dieta, assumerlo con l’acqua – spiega l’esperto – potrebbe aiutare a raggiungere il fabbisogno giornaliero e ridurre il rischio di osteoporosi”.
Per quanto riguarda la quantità di acqua da bere giornalmente c’è anche bisogno di fare un po’ di chiarezza. “Ci sono alcune condizioni che richiedono modificazioni significative dell’introito giornaliero di acqua: ad esempio, nel caso di alcune condizioni che compromettono, direttamente o indirettamente, la capacita del rene a eliminare un carico di acqua, si può arrivare a consigliare di non superare gli 800 ml al giorno. Al contrario, in caso di diarrea profusa o dopo un periodo di ridotto accesso libero all’acqua, è consigliato aumentare l’apporto idrico giornaliero anche fino a 3-4 litri. In ogni caso si tratta di condizioni patologiche che richiedono il consiglio del medico e il ‘fai da te’ è sempre da evitare”.