2018+anno+d%26%238217%3Boro+per+l%26%238217%3Bexport+del+vino+italiano
checucinoit
/2018-anno-doro-lexport-del-vino-italiano/amp/

2018 anno d’oro per l’export del vino italiano

L’export del vino made in Italy gode di uno dei suoi momenti migliori, raggiungendo un +7% e il massimo storico di circa 6 miliardi di euro.. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sul bilancio dell’anno trascorso che conferma il successo della prima voce dell’export agroalimentare nazionale.

Nonostante la vendemmia 2017 sia stata tra le più scarse dal dopoguerra ad oggi, con un calo della produzione del 26% rispetto all’anno precedente, l’italia mantiene il primato mondiale tra i produttori, davanti alla Francia. “Nel 2017 rispetto all’anno precedente le vendite all’estero – rileva la Coldiretti – hanno avuto un incremento in valore del 6% negli Usa che sono di gran lunga il principale cliente anche se per il 2018 pesa l’impatto del supereuro che ha raggiunto il massimo da tre anni. L’aumento è stato – continua la Coldiretti – del 3% in Germania al secondo posto e dell’8% nel Regno Unito che nonostante i negoziati sulla Brexit resta sul podio dei principali clienti”.

A dare manforte all’export del vino italiano è soprattutto la Russia, dove si registra un balzo del 47%, con il vino che è uno dei pochi prodotti agroalimentari Made in Italy non colpiti dall’embargo. Buona anche la crescita del 25% in Cina dove tuttavia la presenza rimane limitata rispetto ai concorrenti francesi che hanno superato quest’anno l’Italia anche sul mercato statunitense. “Tra le novità di quest’anno – continua la Coldiretti – si registra nel 2017 anche la svolta sulle tavole degli italiani con un aumento record degli acquisti delle famiglie trainato dai vini Doc (+5%), dalle Igt (+4%) e degli spumanti (+6%), secondo l’ analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ismea del primo semestre dalla quale si evidenzia che, dopo aver conquistato bar e ristoranti, si registra complessivamente un balzo del 3% anche tra le mura domestiche, con una profonda svolta verso la qualità  come dimostra il fatto che a calare sono solo gli acquisti di vini comuni (-4%).